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Pensieri e stralci di omelie proprie

XXXIV Domenica TO Anno C - 20-11-2022

a.k.a. Solennità di Cristo Re dell'Universo

"Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei»". (Lc 23,38)

Questa è la santenza di Pilato. Possiamo chiederci se l'ha sentenziato convinto o no; possiamo cercare in questa sentenza ironia o cinismo. Ma rimane fatto che è quello che agli occhi della gente è stato proposto da Pilato come verità procesuale - "quello che può essere accertato «al di là di ogni ragionevole dubbio»" (Wikipedia). Quanto sarebbe terrificante per chi legendolo si chiedesse se fosse vero.

Quale è la verità? In questa domanda fa l'eco la domanda di Pilato rivolta a Gesù nel Vangelo secondo Giovanni. Ma comunque noi messi di fronte a questa parola come ne rispondiamo?

Una opzione è che colui che pende dalla croce non è il re, dunque non è compimento delle profezie e non è più della morte di un uomo giusto.

oppure

L'alternativa è che colui che muore ammazzato è il Servo di Dio, Agnello immolato per la nostra salvezza e dunque è il Messia e Re che muore a favore dei suoi.

No, non si tratta della scomessa di Pascal, non è il 50:50. Per me non basta optare per una o altra opzione. Potrei tirare in ballo la mia esperienza sulla scia della 1ª lettera di Giovanni che dice "la vita si è fatta visibile, noi l'abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza", ma preferisco tirare le somme dalla Rivelazione. Secoli della Storia della Salvezza descritti nelle Sacre Scritture - una testimonianza della fedeltà di Dio e infedeltà umana. Ebbene, c'era bisogno che la storia finisse in questo modo e in questo modo venisse salvata e in questo modo anche riavesse la vita e speranza.

Il mondo vive il suo progresso alla maniera vecchia, come se niente fosse accaduto, non curandosi del Uomo e Re appeso sulla croce. Ma chi lo riconosce, chi riconosce che è una storia modellata dalla condicendenza di Dio verso la sua creatura, acquista la "vista" che scorge molto più lontano e molto più affondo.