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(nome del Vischio presso i Romani).
Arbusto cespuglioso, alto 2-5 dm., con rami ripetutam. biforcati, verdi, flessibili; fg. opposte, oblungo-lanceolate, ottuse, coriaceo-carnose, persistenti; p. dioica con fi. giallognoli; fr. una bacca bianca, pellucida. Vive come parassita specialm. sul Pino silvestre, inoltre sull'Abete bianco, sui Pioppi e su diversi altri alberi, anche da fr.
Il Vischio, essendo provvisto di clorofilla, ricava dalla p. che lo ospita soltanto soluzioni di sali minerali; è perciò un emiparassita, che riesce veram. dannoso, se cresce in numero rilevante di individui su una stessa p. i semi vengono diffusi dai tordi, dai merli e da altre specie affini, che sono ghiotti delle bacche. Questi uccelli nel ripulirsi il becco attaccano ai rami i semi vischiosi, i quali del resto, anche se ingoiati, non vengono digeriti, ma espulsi ancora vitali con gli escrementi e germinano faciliti., se vengono con questi a cadere su un ramo di una p. atta ad ospitare il Vischio. La "pania" per la cattura degli uccelletti e dei topi si ricava solo in minima parte dalle bacche del Vischio. Essa viene invece fornita dalla corteccia della Lantana, dell'Agrifoglio e di qualche altra p. Gli antichi credevano che il Vischio fosse una produzione dovuta a virtù divina, gli attribuivano perciò proprietà miracolose e presso le stirpi Germaniche veniva usato nelle cerimonie religiose.
Ormai da anni il Vischio fruttificante è divenuto anche da noi di moda come ornamento invernale nelle abitazioni.
Vischio
Malvis, Malvist, Víscio
da Marzo a Maggio