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Sp. Carduus defloratus

F. ascendente, semplice o ramoso in basso, in alto senza fg. né ali, pubescente-ragnateloso, generalm. ricurvo. Fg. glabre e glauche, raram. con sparsi peli crespi pluricellulari di sotto, decorrenti, le inf. ellittiche (3-4 X 8-12 cm), appena dentate sul bordo, le sup. lanceolate (1-1.5 X 3-5 cm); spine deboli (1-2 mm). Capolino isolato, nutante (diam. 2-3 cm); involucro piriforme (10 X 12 mm); squame inf. spesso patenti, le mediane 1-2 X 8-13 mm, all'apice bruscam. ristrette in punta breve generalm. sormontata da un mucrone; corolla 15-18 mm; pappo lungo ¾ di questa.Alpi, dalle Giulie al C. Tic: R; soprattutto sulle catene meridionali.

Nota - Molti problemi restano da chiarire. I limiti verso {t4124} non sono netti in quanto la distinzione si fonda sul colore delle fg. e la profondità della dentatura delle stesse; è del tutto arbitrario stabilire il limite al quale corrisponde il passaggio dall'una specie all'altra. Piante con fg. di aspetto indeciso vengono indicate come C. rhaeticus (DC.) Kerner (= C. defl. L. subsp. rhaeticus Rothm.; C. defl. L. subsp. tridentinus [Evers] Ladurner), e sono in generale circa altrettanto frequenti quanto gli individui sicuram. riferibili all'una o all'altra specie, almeno nelle Alpi Carniche, Dolomiti e Trentino. Si tratta di ibridi {t4123} X {t4124}. La presenza della subsp. glaucus (Baumg.) Nyman sulle Alpi italiane è dubbia: tipicamente essa è nota per i Carpazi; l'individuazione delle 15-25 spine più robuste delle altre è estremamente soggettiva. Sulle Alpi italiane si trovano popolazioni di C. defloratus le quali effettivam. presentano un numero alquanto inferiore di spine robuste oppure denti o lobi: da queste si distaccano popolazioni con fg. del tutto indivise e spinule tutte eguali fra loro, che almeno provvisoriam. si possono considerare i rappresentanti della subsp. glaucus nell'ambito della nostra flora, però la differenza non è netta e si ha l'impressione che esse rappresentino soltanto l'estremo d'un campo di variabilità. Le abbiamo osservate al M. Croce Carnico, V. Visdende, Passo di S. Boldo, M. Tremalzo, cioè tanto in ambiente centroalpino che sulle catene periferiche. Secondo Flora Europaea a {t4123} (a) può essere riferita anche l'indicazione per l'App. Modenese, che non abbiamo potuto verificare.

Diffusione

Lombardia

Trentino-Alto Adige/Südtirol

Veneto

Friuli-Venezia Giulia

Portamento

↓ Pianta perenne erbacea

Progressivo

4123

Autore

L.

Nome Italiano

Cardo dentellato

Codifica numerica

9461025

Forma biologica

H scap

Altezza

3-5 dm

Tipo di vegetazione

Rupi soleggiate, pendii franosi, più raram. nei prati aridi montani e subalpini.

Altitudine

da 0 a 2000 m

Fioritura

da Agosto a Giugno

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Scheda aggiornata

| 1 Fg. inf. sul bordo con 12-25 denti per lato, oppure altrettanti lobi o almeno 12-15 spine decisam. più robuste delle altre. -La stirpe più diffusa (= C. crassifolius Willd.; C. summanus Pollini) - Endem. Alpica Sp. Carduus defloratus subsp. defloratus

| 1 Fg. inf. sul bordo con 25-50 spinule (1-2 mm) ± uguali l'una all'altra. - Alpi Carniche e Dolomiti, soprattutto nelle catene centrali (= C. glaucus Baumg.; C. tenuifolius Gaudin) - Orof. Alpico-Carpat Sp. Carduus defloratus subsp. glaucus