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Capolini diam. 3-4 cm; fg. bratteati lineari-intere lunghe fino al doppio del capolino, regolami, spinuloso-pettinate (spinule di 1-2 mm) sul bordo; involucro svasato diam. 2 cm; squame med. 2 X 15-17 mm, con la metà basale lanceolata (2X7 mm), nettam. distinta dalla metà apicale le-siniforme e ± spinescente; corolla 20-25 mm (10-13; 4-5; 6-7); pappo 18-22 mm.Endem.Cal. al Pollino, Sila e Serra S. Bruno, Sic. sui Peloritani, Nebrodi e Madonie: R.Variab. - Le popolazioni siciliane hanno corolle purpuree, quelle Calabre corolle quasi bianche e sono indicate come fo. calabrum Fiori.Denominazione geografica oggi desueta ed incomprensibile ai più, che designava, fino al sec. scorso, la regione nordorientale della Sic. corrispondente circa all'attuale provincia di Messina. L'etimologia è discussa, ma pare possa essere derivata da un toponimo arabo Demena o Demenua; comunque si tratta di zona montuosa (non di una valle) ed il Demonio non c'entra per nulla, come argutamente osserva il Lacaita. Riportiamo l'epiteto specifico nella forma originale, che in seguito Lojacono e Petrak sostituirono con «vallis-demonis»: in realtà la forma ortograficam. corretta sarebbe «valdemonis» o «valdemonae».
Calabria
Sicilia
4153
Lojac.
● Specie endemica
Cardo del Valdèmone
9462007
H bienn
⚇ Biennale
5-11 dm
Pascoli, incolti, lungo le vie.
da 800 a 1500 m
da Settembre a Luglio