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Simile a {t4742}, ma fg. progressivam. assottigliate all'apice; fi. brevem. peduncolati; spata scariosa solo all'apice e sui bordi; tubo perigoniale più lungo (superante spata e ovario e largo ½ delle lacinie); fi. bianco o azzurro-pallido con venature più scure.
Origine ignota.
Coltiv. (ornam., farmac.) ed inselvat. Tosc: CC; Lig., sponde del Garda ed It.
Centr.: C; altrove R e solo coltiv. o sub-spont.Nota - «È il vero Giglio fiorentino che è servito e serve di stemma alla nosta città » scriveva Parlatore nel 1858. Anche {t4743} è verosimilm. di origine ibrida (forse tra {t4742} e forme albiflore di {t4740}?) e non corrisponde ad una specie nativa in qualche parte del mondo (però lo Schweinfurth sosteneva nel 1894 che fosse originaria dell'Arabia Merid.); la coltura nel bacino del Medit. è praticata probabilm. già da epoca romana come è dimostrato dal suo uso araldico a Firenze (già dai primi del Medioevo) e presso la casa regnante di Francia, oggi ancora nel Quebec. La coltura, molto intensa fino al secolo scorso per usi officinali (polvere d'Ireos come aromatizzante, rz. come masticatorio per bambini) è ora praticata soprattutto per scopo ornamentale.
Piemonte
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↓ Pianta perenne erbacea
4743
L.
Giaggiolo bianco; Giglio fiorentino
1264032
G rhiz
4-10 dm.
Pendii aridi.
da 0 a 1000 m
da Maggio a Maggio