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Rz. obliquo, troncato, spesso ramificato; scapi robusti, diritti, generalm. senza squame (raram. 1-3 squame). Fg. variabili, oblanceolato- a lineari-spatolate (1-2.5 X 4-15 cm) ± profondam. sinuoso-dentate fino a pennatosette. Capolino (diam. 2-3 cm) pendulo prima dell'antesi; involucro cilindrico con squame glabre o ± peloso-irsute; fi. giallo luminoso, scuri all'apice (quindi i capolini prima dell'antesi completa sono neri al centro); stili gialli, anche nel secco; acheni (6-7 mm) un po' ristretti all'apice, oscuram. costati e con deboli rughe trasv.; pappo brunastro-chiaro, con setole in 2 serie (le esterne più brevi).Europeo-Caucas.In tutto il terr. (manca in Sard. e Cors.) al Nord: CC, al Sud progressivam. R.Variab. - Straordinariam. polimorfa, soprattutto per quanto riguarda la forma delle fg. e la pelosità delle fg. ed involucri. L'Italia nordorientale sembra essere un centro importante di variab. ed effettivam. talora si notano popolazioni differenziabili mediante propri caratteri morfologici, che occupano compattam. determinate nicchie ecologiche e danno l'impressione di essere in ogni senso stirpi ben separate o addirittura buone specie. Però nessuna di queste resiste ad un esame critico approfondito. In linea generale si possono sempre distinguere piante a peli stellati con stipite lungo 0.3-1 mm e (2)3(4) raggi sottili (corrispondenti al tipo) e piante del tutto glabre, spesso indicate come var. glabratus (Koch) Bischoff ( = L. danubialis Jacq.), però non si tratta di stirpirealm. distinte: individui ispidi e glabri compaiono spesso associati nella medesima popolazione, né finora è stato possibile dimostrare (come spesso si era supposto) che i primi prevalgano in stazioni aride, i secondi in stazioni umide; talvolta persino lo stesso individuo presenta le fg. più giovani glabre, le altre ispide. Piante particolarm. lussureggianti, con capolini grossi e scapi lunghi fino al doppio delle fg. sono indicate come var. dubius (Hoppe) Hayek (se ispide) oppure var. opimus (Koch) Weiss (se glabre); piante con fg. profondam. incise (fin quasi alla nervatura centr.) sono indicate come var. pseudo-crispus Sch.-Bip. (se ispide) oppure var. hyoseroides (Welw.) Beck (se glabre e picciuolo spesso arrossato), però sia queste che altre numerose forme e var. descritte da vari Autori non sono da considerare unità sistematiche di qualche valore. Un aspetto molto caratteristico hanno la var. carnicus Fiori con involucri densam. ispidi (su alluvioni e pendii franosi, nella Carnia e Bellunese) e le piante indicate come L. brumati Rchb. con fg. sublineari, glabre o quasi della pianura friulana: esse meriterebbero forse ulteriori indagini. In complesso, il binomio L. proteiformis, coniato dal Villars per questa pianta appare del tutto giustificato. La sola distinzione che merita di venire mantenuta riguarda la subsp. siculus (Guss.) Strobl con fg. quasi intere o con sinuosità poco profonda, con molti densi peli stellati stipitati a 2-3 raggi, ma scapo e involucro quasi glabri; involucro (15-18 mm) ed acheni (10-15 mm) relativam. grossi: vive in Sic. sulle Madonie ed è segnalata pure sui vicini Nebrodi e Peloritani.
Piemonte
Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste
Lombardia
Trentino-Alto Adige/Südtirol
Veneto
Friuli-Venezia Giulia
Liguria
Emilia Romagna
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
↓ Pianta perenne erbacea
4348
L.
( = L. proteiformis Vill.)
Dente di leone comune
9574015
H ros
10-60 cm
In ogni ambiente (pref. prati di ogni tipo).
da 0 a 2700 m
da Ottobre a Giugno
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