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Fusto glabro, glauco e spesso ± arrossato (!). F. legnosi con rami ascendenti striato-angolosi. Fg. variabili, carnose. Capolini (diam. 1.5-2.5 cm) in corimbo lasso; squame interne 13, lunghe 7-9 mm; squame est. 5-9, generalm. annerite, 1-2 mm; fi. gialli, i ligulati di 1.5 X 10-11 mm.
Endem.
Catanese ed Etna: C; anche altrove nella Sic. Orient., Sic. Sett., Eolie, Ustica, Cal. Merid.
Variab. - Nel tipo più diffuso le fg. sono 2pennatosette, completarla, divise in lacinie acute di 2 X 15-20 mm. Sull'Etna popolazioni di questo aspetto sono predominanti fino a circa 1000 m d'altezza; nelle piante di mezza montagna (1000 - 2000 m ca.) si osservano fg. lanceolato-lineari (1-1.5 X 5-7 cm) con 2-4 lobi arrotondati su ciascun lato; nelle zone più alte e fino al limite della vegetazione infine si presentano piante con fg. lanceolate, intere o appena dentellate sul bordo. I tre tipi appaiono come sp. del tutto distinte e sono state indicate come S. squalidus var. chrysanthemifolius Poiret, S. glaber Ucria (= S. incisus Presi non Thunbg.) e S. aethnensis Jan; però già nel secolo scorso era stato notato che essi costituiscono una serie continua di forme: ad es. lo Strobl (Fl. Aetn. n. 528) le considera «Standortsracen» (razze ecologiche). Sec. Buscalioni e Muscatello, Malpighia 23: 130-166 (1909) le fg. indivise rappresentano un aspetto giovanile, che nelle piante delle zone basse viene rapidam. superato prima dell'inizio della fioritura; con l'aumentare dell'altezza si abbrevia il periodo vegetativo e conseguentem. la fioritura viene anticipata ad un'epoca nella quale la pianta presenta aspetto giovanile per quanto riguarda i caratteri vegetativi (pedanzia), si tratterebbe dunque di un adattam. all'ambiente e non di reale differenziazione genetica. Un approfondito studio biometrico di Ronsisvalle G. A., Boll. Accad. Gioenia Catania 9: 332-345 (1968) farebbe invece ritenere che le piante dell'Etna possano costituire 3 specie distinte.
Nota - Una delle più caratteristiche specie della flora endemica etnea, diffusa, nelle sue differenti stirpi, dalla base alla fascia alti-montana. Secondo Poli (1965) si tratta anzi della specie osservata a massima altitudine, assieme ad Anthemis aetnensis, sull'Etna (tra il Cratere Centrale e Punta Lucia, 3050 m, sul versante NW). Compare tipicamente nella vegetazione pioniera del Rumici-Anthemidetum aetnensis, però si presenta frequentem. anche nell'Astragaletum siculi, soprattutto negli avvallamenti prodotti dall'erosione eolica tra i pulvini dell'Astragalo. Come le altre endemiche etnensi, va probabilm. considerata specie relativam. recente, in quanto il vulcano dovrebbe essersi formato durante il Quaternario. La grafia dei nomi delle endemiche dell'Etna è piuttosto ingarbugliata in quanto l'epiteto viene scritto con th ed ae iniziale (come in {t4092}) oppure con la t semplice ({t3938}) o addirittura con la e semplice per iniziale (come in Erysimum etnense Jordan); essendo il nome greco del vulcano Aitne, la grafia corretta dal punto di vista linguistico è quella di {t3938}, mentre le altre, benché erronee, vanno conservate in omaggio al Codice di Nomenclatura.
Calabria
Sicilia
⏉ Cespuglio
4092
Jan
(= S.squalidus Auct. Fl. Ital. non L.)
● Specie endemica
Senecione glauco
9411051
Ch suffr
1-5 dm
Sabbie laviche, incolti.
da 0 a 2900 m
da Gennaio a Dicembre
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