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(nome usato dai Romani per indicare il frumento e derivato probabilm. da "tritum" = macinato).P. (1) o (2), alta fino a ca. 12 dm.; rachide della spiga, ch'è debolm.. compressa, terminante con una spighetta bene sviluppata, ogni spighetta con 2-4 fi. fertili; denti laterali delle glume ottusi. Coltivato in tutta la reg. fin verso il limite sup. delle colture (1500 m.); più largam. nella var. HIBERNUM (L.) a semina autunnale, ma, specialm. in montagna, anche nella var. TYPICUM (Frumento d'estate o Marzuolo) a semina primaverile, nonché in varie razze a spighette con o senza resta, ottenute per selezione e per incroci dalla moderna genetica e appropriate per terreni situati a diversa altitudine o con diversa composizione.La specie T. aestivum, che pare sia originaria dell'Asia sud-occid. è stata sempre più preferita ad altre, già coltivate in un lontano passalo soprattutto per la rachide tenace, che non si frantuma alla maturità della spiga, e per la facilità , colla quale i fr. (cariossidi) si liberano dalle glumette, mentre quelli di altre specie ne rimangono avviluppati (frumenti vestiti).La produzione di frumento nella reg. è di gran lunga inf. al consumo. Nel triennio 1958-60 essa è stata in media di q.li 113.000 nel Tr. e di q.li 65.100 nell'A.A.I dati statistici relativi alla produzione regionale di cereali, come anche quelli riguardanti l'uva e le frutta sono dovuti alla cortesia dell'Ufficio statistico dell'Ispettorato Agrario per il Tr. e al Capo dei Servizi agrari della Regione Sig. Dott. G. C. Faccini per l'A.A., ai quali si vogliono qui rivolgere i più vivi ringraziamenti.
L.
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Frumento
