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Sp. Globularia meridionalis

Simile a {t3568}, ma scapi più elevati; fg. con lamina oblanceolata (3-6 X 8-20 mm) e apice acuto o arrotondato (raram. anche qualche fg. con apice bilobo, mai però tridentato); brattee 2.2 X 4.5 mm; calice con denti lunghi circa quanto il tubo.Illirico-Ital. (Anfia-driat.).App. Centr. e Merid., Carso Triest. e forse altrove sulle Alpi Or.Nota - Tenore, che aveva ben identificata questa specie nel 1811 su piante della Majella, in seguito (1825) raffigurò e distribuì in essiccata piante del Napoletano, riferibili a {t3571}: da qui nacque una grande confusione, che rende opportuno respingere il binomio di Tenore, del resto invalido perché preceduto da quello di Salisbury (1795), che si riferisce a pianta spagnola del tutto diversa. In Italia l'area principale di {t3569} si estende dal massiccio del Catria-Nerone al Gr. Sasso, M. dei Fiori, M. Simbruini, Majella, Marsica, Camp, (sopra Frasso Telesino, M. Taburno, M. Cervialto, M. Polveracchio, M. Cervati) e Basil. (Difesa di Venosa, Sirino, M. Coccorello, Serra d. Spina) fino al Pollino. Dalla regione illirica {t3569} irradia fino all'Istria e dentro il nostro territorio nel Carso Triest. (Gropada, Contovello, Aurisina). È ancora segnalata come diffusa in Carnia, nella valle del Piave (pr. Longarone a Termine e salendo alle Vette di Feltre), ma probabilm. si tratta di individui estremi di {t3568}; lo stesso vale probabilm. per le segnalazioni in V. Tschamin pr. Weisslahnbad (ad oriente di Bolzano), benché confermata da O. Schwarz.Variab. - Le brattee mostrano un certo polimorfismo: nella maggioranza delle popolazioni dalle Marche al Pollino esse (o almeno le inf.) sono obovato-spatolate, dunque con largh. max. verso l'apice che è sormontato da un breve mucrone, e portano sul bordo fitte ciglia patenti candide lunghe 0.6-0.9 mm. Su collezioni della Majella, Velino, Picinisco, Taburno abbiamo invece osservato brattee lanceolate (largh. max. verso la base), assottigliate in alto, con peli sparsi e ± appressati, corrispondenti alla figura della monografia di O. Schwarz. Questa seconda stirpe pertanto presenta aspetto intermedio tra la prima e {t3571}, ed anche l'area distributiva risulta intermedia tra le due: essa forse va interpretata come ibridogena.

Diffusione

Friuli-Venezia Giulia

Umbria

Marche

Lazio

Abruzzo

Molise

Campania

Basilicata

Calabria

Portamento

↓ Pianta perenne erbacea

Progressivo

3569

Autore

(Podp.) O. Schwarz

Sinonimi

(= G. bellidifolia Ten. non Salisb.)

Nome Italiano

Vedovelle appenniniche

Codifica numerica

7903010

Forma biologica

Ch rept

Altezza

5-15 dm.

Tipo di vegetazione

Ghiaie e rocce calc.

Altitudine

da 300 a 2300 m

Fioritura

da Maggio a Luglio

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Scheda aggiornata