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F. legnosi ascendenti, ghiandolosi in alto. Fg. basali lanceolato-acute (8-10 x 50-70 mm), cigliate, le cauline (3-5 paia) ridotte. Fi. (diam. 3-4 cm.) isolati o 2-5 in dicasio irregolare; calice tubuloso-campanulato ( 18-20 mm), vischioso-ghiandoloso, generalm. arrossato; petali roseo-porporini, con lembo bilobo lungo fino a 15 mm e scaglie sfrangiate; capsula ovale lunga 4 volte il carpoforo; semi lisci.Endem.Prealpi Trent., occid. (M. Tombea, M. Tremolio e M. Corona, Val Lorina) e Lombarde in V. Trompia, Montalto, Corna Biacca, Pizzo Arerà e Grigna Merid.: R.Nota - Una delle più ornamentali specie dell'endemismo insubrico; raccolta esageratamente da floricoltori e collezionisti, in molte zone rarefatta, va rispettata ed attentamente conservata. Una segnalazione nel Monviso non è confermata. Sulla nomenclatura di {t579} cfr. Greuter in Becherer, Ber. Schw. Bot. Ges. 82: 178-179 (1972).In onore di Elisabetta, moglie dell'arciduca Ranieri d'Austria, viceré del Regno Lombardo-Veneto nel 1832.
Lombardia
Trentino-Alto Adige/Südtirol
↓ Pianta perenne erbacea
579
Jan
( = Melandryum elis. Rohrb.)
● Specie endemica
Silene d'Elisabetta
2490051
Ch suffr
5-25 cm.
Rupi e sfasciume (calc).
da 1400 a 2200 m
da Luglio a Luglio