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Genere simile a Carduus, ma ricettacolo spugnoso; pappo di peli piumosi.F. robusto, eretto, generalm. semplice. Fg. profondam. incise o 2pennatosette. Capolino grosso, piriforme; squame ovali, generalm. spinose; fi. azzurri o violacei; acheni ellissoidali o ± prismatici con pappo a peli allungati.Steno-Medit.Usi - Come pianta commestibile è nota fino dall'antichità , però probabilm. o solo nella subsp. (a), raccolta allo stato selvatico, oppure coltiv. in un tipo a fg. non spinose (var. altitis DC.) del quale si consumano i picciuoli e nervi fogliari spellati (Cardo). Il Carciofo comune (subsp. scolymus) si differenzia per una generale riduzione della spinosità tanto delle fg. che dei capolini; non si conosce allo stato selvatico, e per questo preferisco considerarlo sottospecie di {t4171} anziché specie indipendente come ritiene la maggioranza degli Autori. Sull'origine del Carciofo comune è possibile soltanto fare delle congetture. Lo Hehn constata che questa pianta appare in Europa solo nel Medio Evo e con nomi derivati dall'arabo (alakrshuf) e ne ipotizza dunque un'origine orientale. Al contrario Montelucei (Annali di Bot. 27: 323-330, 1962) ricorda che sec. De Candolle il Carciofo pare fosse ignoto sia agli Egizi che agli Ebrei, e che Teofrasto lo indica come coltivato in Sicilia, ma non in Grecia: si tratterebbe dunque di pianta occidentale. Le imponenti popolazioni selvatiche di {t4171} (a) nella fascia collinare tra Civitavecchia ed i Monti della Tolfa, in tutta vicinanza degli insediamenti etruschi di Cerveteri, gli fanno supporre che in questa zona abbia potuto aver origine, come pianta coltivata, il Carciofo comune e questo probabilmente proprio ad opera degli Etruschi; ancor oggi in questo territorio il Carciofo è intensamente coltivato e dà prodotto di alta qualità . Le popolazioni osservate sono infestanti dei pascoli, dunque in stazioni secondarie, evidentemente sinantropiche, ma presso Civitavecchia {t4171} (a) cresce anche sui gessi, probabilmente in stazione primaria. Oggi il Carciofo è largam. coltiv. in It., soprattutto nell'area dell'Olivo, più raram. nell'area della vite.
Toscana
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
↓ Pianta perenne erbacea
4171
L.
Carciofo
9463005
H scap
2-15 dm
Pascoli, incolti, orti.
da 0 a 1100 m
da Agosto a Giugno
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| 1 Squame sottili terminate da una spina rigida; capolino diam. 4-5 cm. Piante alte 2-5 dm con fg. 1-2 pennatosette a segm. terminanti in spine. - Incolti, siepi, pascoli, bordi di vie. It. Merid, Sic, Sard, Cors. e molte Is. minori: C; anche nel Teram. e nella Maremma Tosc. (Carciofo selvatico, Cardo = C sylvestris Lam.; C. horrida Alt.; C. spinosissima Presi) Sp. Cynara cardunculus subsp. cardunculus
| 1 Squame carnose, senza spine (ovv. solo le sup. con spine deboli); capolino diam. 8-15 cm. Pianta maggiore, con fg. lunghe fino a 1 m, arcuato-patenti, 1-2 pennatosette o ± intere, con spine violette o nulle. - Coltiv. comunem. (Carciofo, Carcioffolo, Scarcioffolo, Articiocco) Sp. Cynara cardunculus subsp. scolymus