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Albero generalm. a portam. monopodiale con corteccia chiara. Fg. caduche, con picciuolo di 3-7 cm e lamina (3-6 cm) a ventaglio bilobo; nervi regolarm. flabellati. Bacca ovoide (2.5-3 cm) giallastra o ± bruna, alla fine marcescente e fetida. Originario della Cina, frequentem. coltivato nei parchi (soprattutto nella Pad.), non tende ad inselvatichire.E-Asiat.
Nota - Pianta ornamentale di frequente coltura, non conosciuta con certezza allo stato spontaneo: se ne suppone l'origine in qualche zona della Cina interna, però attualmente essa è comune soprattutto in Giappone (sempre in coltura), dove i fr. vengono anche mangiati dopo fermentazione. Nell'Orto Botanico di Padova vive un esemplare vetusto di Ginkgo che, secondo la tradizione, è il primo introdotto in Europa nel sec. XVII. La pronuncia originale del nome giapponese può venire trascritta come Ginkyo, ed era ben nota al Linneo, che tuttavia nella Mantissa riporta Ginkgo, a causa di un banale errore di stampa: il nome erroneo è stato fissato dalle regole di nomenclatura, tuttavia in molte opere questa pianta viene ancora indicata col primitivo nome corretto o addirittura come Gingko, nome erroneo in ogni senso, o anche Salisburia adiantifolia Smith.
☨ Albero
132/II
L.
Ginkgo
0010001
P scap
5-30 m.
da 0 a 600 m
da Luglio a Agosto