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Qual è il prezzo che dobbiamo pagare
per realizzare i nostri sogni?
Ho cercato per mesi e trovato solo in alcuni attimi parole finora sbagliate per riuscire a raccontare il mio piccolo, non definitivo, quasi raggiunto, sogno a cui lavoro da un’eternità , praticamente.
<figure> <img class='u-photo' src='{{ image }}' alt='una fuga romantica in pigiama'> <figcaption>la classica fuga romantica, in pigiama però (da un frame di <cite><a href='/everyone' target='_blank'><cite>Everyone</cite></a></cite>)</figcaption> </figure>
Scrivo fiumi di parole senza senso, frutto del delirio causato dal più intenso entusiasmo e dalla più devastante agitazione trovano ora un perché ed una forma, nella notte insonne che precede per ogni creatore il debutto della sua opera.
La mia opera è un piccolo film
e dovrei mettere le virgolette, perché di opera e di film Everyone ha ben poco.
C’è solo stata una crescente e ineludibile (Mattarella geniale, costante punto di riferimento per i valori umani e morali ma soprattutto per il vocabolario) necessità di esprimere un’idea.
L’idea da una è poi diventata mille
e da mille le suggestioni confuse nel mio cervello che porca puzzola non conosce riposo sono collassate nuovamente in una sola,
fondamentale.
L’amore vince.
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Potete leggere in queste parole la più noiosa banalità , il più ricorrente luogo comune, la più lontana utopia troppo astratta per essere ritenuta possibile da gente che ha da occuparsi di faccende vere e più importanti, tipo un nuovo governo.
Io leggo però in questo messaggio che ho pensato a lungo, studiato, provato sulla mia pelle e spesso anche sofferto, ragionato, sperimentato e provato a trasmettere, un significato estremamente forte e straordinariamente totalizzante.
Non possiamo scappare dall’amore.
Io mi sono pericolosamente allontanato da lui e ho vagato per mesi, qualche anno ormai, nei più remoti meandri dell’inconsapevolezza; per me ogni scelta, ogni decisione, ogni drastico cambiamento ha avuto luogo con una macchinosità meramente funzionale, spaventosamente fredda e priva di cuore.
Nonostante potessi e possa tuttora dichiarare il contrario, non sono stato in grado di amare abbastanza, altrimenti sarei felice.
Non sono felice, però, e queste cose forse dovrei tenerle per me.
Ma ora, al buio di questa mia camera che ha ormai raggiunto l’apoteosi dello squallore, con magliette sudate che si mischiano a macchine fotografiche ed obiettivi sparsi, hard disk impolverati in ogni angolo e calzini spaiati come puntini di varicella, sento che qualunque altro sentimento non conta.
Persino la felicità è seconda all’amore, perché quando questo arriva, dopo essere stato così atteso e lentamente costruito, l’amore porta tutto il resto: serenità , armonia, sincerità , ricchezza e, nel mio caso, consapevolezza.
La consapevolezza è il prezzo che io ho pagato per aver realizzato questo sogno.
Ho fatto un cortometraggio, senza accorgermene.
Ho agito impulsivamente, girato ogni scena meccanicamente, per necessità più che per passione, montato in maniera schematica e priva di arte, costruito una sceneggiatura completamente asservita ad un messaggio, incurante delle sue sfumature più delicate e gentili, che rendono vero un film.
Sono diventato uno squalo, incapace di fermarmi e guardare il quadro generale, in grado solo di nuotare nella ricerca febbrile del sangue della realizzazione personale.
Mi sono mosso con il paraocchi, incurante di cosa mi potesse accadere e convinto che una volta cacciata la mia preda tutto sarebbe stato perfetto.
Ho amato Giacomo Mazzariol quando ho letto Gli Squali, unico libro che sono riuscito a concludere in quest’estate, in cui esprime esattamente questa idea.
A Giffoni, poi, l’ho incontrato e mi si è aperta la mente.
Ho capito, in quei giorni, ciò che non funzionava nel mio corto (e continua a non funzionare, quindi non è che sia questo capolavoro, non gasatevi troppo) e mille altre lezioni di vitale importanza, ma soprattutto ho realizzato questo:
possiamo essere squali, è addirittura una qualità (che sento tutta mia) quella di non riuscire a essere in quiete o in ozio totale, è naturale aspettare unicamente di tagliare il traguardo, e poi quello della tappa successiva, poi quello dopo, all’infinito.
Ma dobbiamo essere consapevoli.
Squali consapevoli.
Consapevoli che il traguardo finale, passando per tutte le tappe che vogliamo e facendo i giri più irragionevoli, è quello dell’amore.
Everyone è uno squalo, finito intrappolato nella rete dell’amore
e non vuole più muoversi, né uscire.
Qui il sito ufficiale del corto.
(Squalo Consapevole è anche sinonimo di [[Stambecco Cinetico]], che è il mio totem