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Chi non sarò sarà sempre l’ombra di chi sono.

Un’ombra, è sempre più leggera, più veloce, più allegra, più dolce, meno complessa. Chi ama vivere nell’ombra, o all’ombra di altri che riescono a coprirlo, non sarà mai. Essere qualcuno - e per “qualcuno” intendo una persona, vera, un uomo, non una fantomatica celebrità - significa mostrarsi. Essere significa esporsi, accecarsi, ustionarsi. Soprattutto, però, essere sarà sempre accettare di non essere qualcun altro. La forza dell’esistenza di chi vive sta nel riconoscere la propria unicità non per quello che è, ma per quello che sa essere nonostante ciò che riconosce gli o le mancherà sempre. Poter vivere vuol dire accettare il compromesso di perdere doti e qualità uniche per mantenere e sviluppare le proprie, sfidando il rischio, affrontando non un bivio, ma un incrocio metropolitano. Farlo con la determinazione di chi è sicuro non del percorso, ma di rimanere uomo, rimanere vivo nonostante quanto si rivelerà corretta la scelta compiuta.

Chi striscia non inciampa

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  <img class='u-photo' src='{{ image }}' alt='una lupetta che percorre in qeuilibrio una manichetta (sì sembra strano ma se vedeste la foto capireste)'>
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ho imparato da chi inciampando ha saputo creare un mondo unico e magico.

Chi striscia viene calpestato, dunque. Perché chi striscia non saprà mai rialzarsi dopo essere caduto in una buca, chi cammina sa camminare solo perché ad ogni passo è come inciampasse, ma sa recuperare la propria caduta solamente mettendo un altro piede per terra e cominciando un altro passo.

Inciampando ancora, ma facendo un ulteriore passo.

Così per sempre, potenzialmente all’infinito, finché non ci si ferma.

L’ombra di chi corre non si capisce, fugge, si perde nella visione maestosa di chi la proietta, intento a progredire senza voltarsi. L’ombra di chi è fermo è chiara, distinta. Pesa, profonda e netta.

Chi vive fermo, chi non si è mai mosso o chi ha deciso di fermarsi per un bel po’ perché alla fine non ha urgenza di andare da nessuna parte perderà la facoltà di camminare. Non sarà in grado né di partire, né di arrestare il proprio passo e saprà solo rovinare al suolo e cominciare strisciare. Senza dover correre rischi, senza preoccuparsi dei sassi in cui incorrerebbe se corresse, senza curarsi di chi gli va dietro o lo supera.

Tutti possono strisciare, ma c’è solo una paura: quella di rimanere schiacciati.

E ovviamente non c’è paura se tutti strisciano, non c’è timore, finché non arriva chi cammina.