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2018-12-05
Un’altra serata passata, conclusa davanti alla mia bella tastiera meccanica a provare a scrivere cose a caso sperando in una fugace ispirazione.
Per farlo ho spento anche la tv, su cui YouTube mi deliziava con vari documenti visivi sulla meccanica quantistica applicata ai supercomputer[^1], sulla crisi degli euromissili dei primi anni '80[^2], sul disegno con pennarelli che sfumano automaticamente[^3], sul futuro del grafene (nuovo materiale dalle premesse miracolose di cui apparentemente si sono perse le tracce)[^4], sul minimalismo come stile di vita[^5], sulla qualitĂ del VHS[^6] (confrontando una vecchia registrazione commerciali, con una registrazione su nastro ad alta qualitĂ , per scoprire che la seconda fa lievemente meno schifo della prima). Va beh.
Il mondo della scienza, della tecnologia, dei computer, la fisica, l’astronomia mi hanno sempre affascinato, fin da bambino. E alternativamente mi affascinava anche la storia, il cinema, la letteratura, la poesia, la musica, la pittura e un sacco di altre cose.
Mi affascinavano per poco tempo. Ho passato la mia vita a stancarmi in fretta e a cambiare interessi altrettanto velocemente.
Una volta ho letto un articolo sulla gente tipo me. Questa gente si chiama... si chiama... ora non mi viene... si chiamano "eclettici"? Forse, non mi ricordo. Comunque l’articolo parlava di noi assai bene. Intendo dire in modo molto positivo. Diceva che quelli che nutrono vari e disparati interessi tendono a essere più produttivi e felici.
Mah, sarà . A me non sembra tanto. Io credo di perdere il mio tempo affrontando ogni campo del sapere senza approfondirne nessuno — così uno non combina nulla, alla fine. Si limita a grattare un pochino la crosta di tutto, senza mai arrivare a niente. E alla fine uno rimane solo una buccia. Magari una buccia gustosa. Ma una buccia vuota.
Non posso negare il sottile piacere che provo a passare per uno che sa tutto di tutto, snocciolando conoscenza sui più disparati argomenti (piccoli sassolini di sapere buttati lì con studiata noncuranza nelle discussioni). Mi pasco della considerazione degli altri (spontanea o anch’essa studiata che sia).
Ma, dietro questi sassolini di conoscenza, nascondo una colossale ignoranza sulla vita. Forse solo adesso mi rendo conto che tutto il mio studio, mai approfondito, mai sistematico, non ha portato a nulla di concreto. Abbandonata l’infanzia, l’adolescenza, la gioventù, mi ritrovo a metà della mia speranza di vita e mi capita a volte di scoprire che alcune cose che pensavo di sapere... beh, me le sono dimenticate. E prima o poi finirò per dimenticarmele tutte.
Quindi tutto questo è per nulla. Probabilmente sì, non mi porterò nulla della mia sudata conoscenza nella tomba. Ma pensandoci bene nessuno porta nulla nella tomba, quindi non sono messo peggio di tutti gli altri. *Questo ricordo non vi consoli, quando si muore si muore soli* diceva quello. Ma bando ai tristi pensieri di morte che onestamente hanno anche rotto il cazzo.
Certo c’è una cosa positiva in tutto questo studio (*matto e disperato* come diceva quell’altro). Poter reggere una conversazione di tre minuti su un qualunque argomento con qualsiasi persona, facendo finta di saperne almeno quanto l’interlocutore e senza sparare mostruosità .
Quindi se qualcuno volesse parlare con me di qualunque argomento sappia che può farlo e per tre minuti sarà convinto che io ne sia un profondo conoscitore. Poi, approfondendo, concluderà che sono solo il solito pirla. Tutto sta nell’abilità , raffinata negli anni, di cambiare argomento (o troncare la discussione con una scusa) prima del passaggio dalla catalogazione "persona colta" alla catalogazione "solito pirla".
Per cui se io parlando di un argomento, improvvisamente dovessi avere l’impellente bisogno di andare in bagno, o interrompessi la discussione parlando dell’ultimo film che ho visto al cinema, o di quella mostra imperdibile che chiude settimana prossima. O vi parlassi di quella cosa divertentissima che mi è capitata qualche giorno fa. Oppure ancora mi ricordassi improvvisamente di un’importante telefonata da fare o lavoro da sbrigare. Beh, ecco, ora sapete perché. Ma forse questo era meglio non dirlo.
[^1]: <https://www.youtube.com/watch?v=6yaY4Fw-ovM&t=8s>
[^2]: <https://www.youtube.com/watch?v=XvEbnAmSf7U&t=581s>
[^3]: <https://www.youtube.com/watch?v=AaZDpsfPGNA>
[^4]: <https://www.youtube.com/watch?v=IesIsKMjB4Y&t=7s>
[^5]: <https://www.youtube.com/watch?v=tG2GJZcBKOE&t=90s>
[^6]: <https://www.youtube.com/watch?v=P00QS3lXJeI>