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Posted by bu on Sun, 06 Mar 2022 05:05:24 +0100 in “Senza categoria”, “Smanett” and tagged with “Aggressività”, “Alan Moore”, “Amore”, “Anarchia”, “Arte”, “Catarsi”, “Competitività”, “Competizione”, “Comunismo”, “Feedback”, “Fiction”, “Internazionale”, “Odio”, “Possessività”, “Racconti”, “Racconto”, “Realtà virtuale”, “Riappropriazione”, “Rivoluzione”, “Tratti innati”, “Videogiochi”, “Watchmen”
Last modified on Sun, 06 Mar 2022 08:30:04 +0100
Di fondo quel che penso è semplice: penso che la competitività sia un tratto in parte innato dell’umano, e che alla stessa si leghino, e dalla stessa in parte discendano, tanti altri “tratti negativi” dell’umano, come la possessività, l’invidia, la gelosia, l’aggressività e altri. Siccome lo ritengo un tratto innato, lo ritengo anche ineliminabile: penso che possa essere mantenuto a livelli più o meno bassi, ma che non possa mai essere del tutto eliminato, e che possa solo esserne sventato il potenziale immane di auto-amplificazione per feedback positivo che lo rende un tratto potenzialmente totalizzante la psiche di chiunque, rendendone l’espressione il più possibile innocua e mantenendola ai suoi livelli innati, non amplificati, per catarsi e feedback negativo. La prima di queste due modalità di contenimento, la catarsi più o meno innocua, è data secondo me principalmente dall’arte, che io chiamo realtà virtuale: per me è realtà virtuale qualsiasi tipo di /fiction/: possono esserlo il teatro, la musica, la pittura, la letteratura, i videogiochi, ecc.: qualsiasi mezzo, interagibile o meno, in grado di creare paesaggi emotivi non necessariamente realistici.
Il feedback negativo invece potrebbe darlo solo un mondo in cui ci fosse una pedagogia della cooperazione invece che della competizione, ma perché quel mondo possa farsi è necessario che tutt* abbiano accesso paritario a tutto, e tutto sia accessibile a tutt* paritariamente - cultura e pane, pane e cultura; contestualmente, riprenderci tutti i mezzi di produzione del materiale e dell’immaginario per gestirli il più possibile paritariamente (sul modello del confederalismo curdo) ci permetterebbe di cambiare rotta anche rispetto al disastro ecologico - ciò che i ricchi&potenti non hanno fatto, non fanno, non faranno, preferendo lasciare a morte per covid milioni di persone, preferendo mandare a morte per guerra, potenzialmente e assai probabilmente, miliardi di persone.
Non sarebbe poi un mondo perfetto, totalmente scevro della {competitività intraspecifica[1]} e interspecifica nostra che sta mettendo a rischio la nostra specie che, suicidiaramente, ne ha già estinte moltissime altre; ma sarebbe possibile, e sarebbe tanto migliore di questo, e sarebbe “un mondo più forte, un più forte mondo d’amore in cui vivere” (è un /détournement/ di /Watchmen/ di Alan Moore).
“You can’t kill it”, /Cuckoo for caca/, Faith no more
Ieri sul {fediverso[2]} ho avuto un dialogo su questi temi che mi è piaciuto molto avere con un amico e compagno che stimo tanto e al quale voglio un sacco di bene, lo riporto qui (“z” sono io, “gb” è lui).
z: Uno sciamano {!Kung San[3]} racconta una storia, 1947
gb: Meglio di netflix!
z: Sicuro! È realtà virtuala bella, come il librone tuo che mi hai passato e come potrebbe diventare la realtà virtuala digitala - guarda queste due perle di vg indipendenti per esempio: /LIMBO/ e /A short hike/ - e tutt* potremo crearne e fruirne, quando tutto, comprese le fabbriche dell'hardware, sarà autogestito paritariamente :)
z: (probabile che anche su netflix ci sia realtà virtuala bella, non lo so perché non ce l’ho, problema è il binge watching - come il binge-qualsiasi-cosa - e che non è prodotta né distribuita per un cazzo paritariamente)
gb: Sotto sotto, se scavi, c’è il desiderio di competitività di chi fa queste cose, che desidera capitale non in quanto tale ma in quanto permette di comprare cose che, nell’idea di chi acquista, permettono di essere invidiati dalle altre persone.
gb: Se si vuole diventare ricchi basta vendere invidia!!!
z: mi sa anche a me che netflix è per la grandissima parte così, poi non escludo che anche lì possano esserci cose che non vengono fatte a partire da quel meccanismo psicologico, o almeno non soltanto.
z: (però forse tu ti riferivi ai vg con mentalità capitalista: accumula punti/items/quel che è, e vantati con quelli per il rank che hai raggiunto: avresti ragione, ma: finché non ci sono cose reali in mezzo (soldi o altro - a volte ci sono) non ci vedo niente di male di per sé, da che mondo è mondo ci addobbiamo anche con i segni di vittorie o buoni piazzamenti che però nel nostro caso non hanno sparso sangue; e comunque ci son anche vg, come quelli linkati, non competitivi)
gb: Intendevo i videogiochi che devi comprare.
E comunque non è una buona cosa educare alla competitività, meglio educare alla cooperazione.
z: sono d'accordo, i vg dovrebbero essere a gratis come tutto il resto della cultura, e i vg che ho linkato in questo thread e in un altro costan poco (stiamo ancora sotto capitalismo e s’ha da campà) e non sono competitivi, a short hike e journey sono anzi cooperativi.
gb: Buono a sapersi.
Non è che mi impegni molto con i videogiochi, sono rimasto a tetris…
z: lo amo tantissimo, soprattutto nella {versione treddì[4]} (free software gratuito)
(per un po’ ho avuto anche un discreto rank nella classifica mondiala su certe modalità di gioco)
gb: Pare, ma probabilmente è una leggenda metropolitana, che una software house lasciasse una console col tetris nella sala d'aspetto dei candidati ai colloqui d'assunzione.
Li lasciavano giocare un po’, poi sentivano l’analisi della partita fatta da uno psicologo per valutare il grado di adattabilità, e assumevano i più svegli a parità di conoscenze informatiche.
z: il capitalismo usa tutto nel modo sbagliato.
gb: Li avvisiamo che i sudari non hanno tasche?
z: :))) si ma credo già lo sappiano, ’sti maledetti dèi avidi e sanguinari e infami.
z: (madonna, mi sa che mi tocca scriverlo: non sono pagato dalla playdead né dalla sony né dal tipo che ha fatto /A short hike/)
z: (sono pagato dallo stato :D )
z: (eh, ho la pensione d'invalidità: 600 euri al mese)
gb: Ti stimo troppo per ipotizzare che tu possa sponsorizzare giochini in cambio di dazioni! ❤️
z: ❤️
z: (l’ho scritto per il nostro vasto pubblico a casa :)) )
[caption id="attachment_1213" align="aligncenter" width="800"] Andrea Pazienza - Una tavola da “Gli ultimi giorni di Pompeo” - Un albero frondoso nodoso forte spoglio d’inverno in un campo, e sotto una citazione da Majakovskij: «...imparentati con tutto ciò che esiste, convincendosi, frequentando il futuro nella vita di ogni giorno, non si può non incorrere alla fine, come in una eresia, in una incredibile semplicità»[/caption]
[1] competitività intraspecifica
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