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Ho appena finito di vedere “a place further than the universe” e volevo buttare giù qualche parola a caldo.
Partiamo dal fatto che l’ho iniziato senza sapere praticamente nulla della serie, se non che riguardava l’Antartide in qualche modo. In genere non mi piace sapere troppo su una serie/libro/fumetto prima di iniziarlo a leggere: certo, potrebbe essere una delusione, ma preferisco la sorpresa di scoprire i temi pian piano. Così facendo ho scoperto di apprezzare molti più generi di quanto non avrei mai pensato dopotutto! Se anche tu, lettore, la pensi come il sottoscritto allora chiudi tranquillamente questo post e recuperati la serie! Credo sia difficile pentirsene!
A place further than the universe è la storia di quattro ragazze che intraprendono un viaggio alla volta dell’antartide! In realtà , la destinazione spesso non è importante, ma bensì lo è il viaggio stesso. Infatti, l’aspetto che più ho apprezzato della serie è lo sviluppo dei personaggi: si tratta in fondo di un viaggio interiore.
Tamaki Mari è curiosa, ma ha fondamentalmente paura di mettersi in gioco; fantastica sulle cose, ma si lascia scivolare le opportunità tra le mani quando arrivano. Shirase Kobuchizawa vive all’ombra della defunta madre e viene spesso presa in giro dai compagni di scuola per via della sua fissazione sull’antartide. Hinata Miyake è solare, ma si tratta di una facciata per nascondere le sue incertezze, una forzatura. Yuzuki Shirashi è una diva fin da bambina, ma proprio per questo socialmente inabile.
Il gruppo così fatto si unisce dopo alcune peripezie con l’obiettivo di raggiungere l’antartide. La raggiungeranno davvero? Come cresceranno? Cosa gli rimarrà del viaggio? Cosa le aspetta a destinazione?
L’anime, prodotto dalla Mad House, è davvero prezioso. Dura solo 13 episodi, ma riesce a farci stare un buono sviluppo dei personaggi, a creare situazioni divertente ma comunque a commuovere. Le musiche, la sigla iniziale e finale in modo particolare, merita molto (attenzione agli spoiler su youtube però, sono sempre in agguato!). L’animazione è fluida e piacevole da guardare, i fondali e i paesaggi sono molto realistici e la CG passabile (personalmente non sopporto molto la CG ma sono stato buono :>). Non voglio provare a dare un voto numerico, non è da me, ma è vivamente consigliato!
Non sono convinto di volerlo rivedere troppo presto: non voglio farlo sembrare come un lato negativo però! Raramente riguardo una serie, per me è un evento piuttosto raro, ma fra un po’ di tempo, magari in compagnia, potrei riconsiderarlo. Magari stavolta sarò preparato ed eviterò i lacrimoni alla fine ;) Nel mentre mi dovrò accontentare di riascoltare la ending “Koko Kara, Koko Kara” ancora per un po’…
$BlogIt: a-place-further-than-the-universe.gmi,v 1.1 2021/10/20 07:41:39 op Exp $