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"I Guardiani d'Ombra" di Neith Archer (5 su 5)
Alla fine è successo: il terzo libro, il capitolo finale de "La trilogia delle ombre". È stata un'avventura straordinaria durata anni, sia in termini di pubblicazione dei volumi che di linea temporale della storia, in compagnia di Màlek, Kuo e Zahra che sono diventati volti e azioni quasi familiari seppur imprevedibili. La mia prima riflessione cade sul fatto che quest'opera, come diverse altre che ho letto, rappresentino una chiara dimostrazione di come la strada della pubblicazione in self sia a tutti gli effetti editoria di qualità. Ovvio che bisogna saper cercare e scegliere, non è sempre facile, ma trovare opere che sanno emozionare e restare nel cuore (come in questo caso) ripaga il tempo speso nella ricerca.
Veniamo al libro. Trattandosi del terzo e ultimo della trilogia, l'autrice deve delineare la conclusione di tutte linee narrative e operare delle scelte ben precise. Lo fa prendendosi qualche libertà che, beninteso, può permettersi proprio in virtù del fatto che i suoi lettori sono arrivati fin qui e sanno che la sorpresa è sempre dietro l'angolo anche se in apparenza lontana.
Evitando di fare spoiler analizzo alcuni aspetti che mi hanno sorpreso, non tutti in maniera troppo positiva (lo ammetto), ma che sono funzionali alla storia e allo stile particolare di Neith Archer.
Prima di tutto viene abbandonato l'uso dei flashback, che avevo amato per la violenza e la rapidità con cui delineavano i vari personaggi e il loro passato, per dare posto a meccanismi che rivelano le personalità e introspezione dei personaggi nel tempo presente della storia: il loro passato è stato ormai (quasi!) del tutto svelato, e ora l'autrice ne mette a nudo umanità e psicologia mettendoli alla prova, portandoli al limite della loro reciproca sopportazione, scoprendo ciò che seppure non celato al lettore era celato ai loro occhi.
Ne consegue che il ritmo nella prima parte del romanzo rallenta il passo, mostra il tormento confrontarsi con il passato attraverso il presente e prepara ognuno degli attori in gioco al futuro: e così il "lungo viaggio" si ferma, prende un largo respiro, calibra ciò che è rimasto in sospeso da tempo e poi riparte a tutta velocità verso un'azione serrata.
Del primo libro scrissi che aveva uno "strappo" una differenza netta tra la prima e la seconda parte, ma in questo terzo libro l'autrice ha affinato il mestiere, ci sorprende, perché qui lo "stacco" tra pausa e velocità non si sente e ci trasporta come una goccia d'olio sul vetro nel turbine contro il "vero" nemico.
Sì, ma qual è il vero nemico? Le ombre sono reali non c'è dubbio, ma esistono anche le ombre del proprio animo, proprio quelle che troppo spesso vengono sottovalutate.
E di colpo ritroviamo in campo non solo le ombre e i tormenti umani, ma anche la gilda degli assassini, i Senza Nome, che mescolano le forze in gioco a modo loro, con una violenza che può apparire fine a sé stessa, ma che non lo è: anche qui l'animo umano mostra la sua natura, e all'interno della storia ogni personaggio ha una volontà mossa da una precisa motivazione. Ne risultato personaggi secondari (o anche solo semplici gregari morti ammazzati in due paragrafi) che hanno sempre un background definibile: una funzione che è avvenuta, anche se nel momento presente non più rilevabile. E di questo ringrazio l'autrice, perché mostra la cura in tutti i dettagli della sua opera.
Dalla seconda metà del libro l'azione fa da padrona, ma (attenzione) non per questo viene annullata la parte umana e più profonda delle parti in gioco, al contrario essa prosegue con l'evolversi di una narrazione che, per ovvie ragioni, non posso (e non devo) spoilerare.
Posso dire che si abbandona il classico cliché del "prescelto": perché sì, un prescelto esiste, ma risulta di una "fragilità" con la quale si empatizza in modo profondo.
Posso dire che l'uso e le descrizioni delle tattiche di battaglia è gestito in maniera intelligente, e che la guerra in atto esime anch'essa dagli aspetti canonici.
Posso dire che il climax raggiunge livelli di partecipazione emotiva e d'azione che mi hanno stupito e coinvolto completamente e che l'epilogo riesce a superare (seppur di poco) questa soglia.
Posso dire che "I guardiani d'Ombra" è un libro che merita di essere letto per quanto descritto sopra e per molte altre cose, che in termini di spazio e di coerenza "di recensione" non posso aggiungere (altrimenti diventa un riassuntone). Leggetelo, ne varrà il tempo investito e il prezzo del libro, leggetelo, perché certe pubblicazioni meritano di essere lette.
_EOT
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